In Spagna, il fenomeno meteorologico noto come “Dana” ha provocato piogge torrenziali che hanno devastato la Comunità Valenciana, causando oltre 200 morti e lasciando un numero imprecisato di dispersi. Il premier Pedro Sánchez ha convocato il Comitato di crisi per monitorare la situazione e coordinare i soccorsi, mentre il ministro dell’Interno Fernando Grande-Marlaska ha comunicato l’invio di ulteriori unità militari per sostenere le operazioni nelle aree più colpite. Tuttavia, le ricerche dei dispersi continuano, e la situazione nelle zone colpite appare drammatica, con strade impraticabili, blackout e mancanza di acqua potabile per decine di migliaia di persone.
Il governo spagnolo ha dispiegato oltre 4.000 unità tra Guardia Civile e Polizia Nazionale per fronteggiare la crisi innescata dalle piogge estreme che hanno colpito in particolare la Comunità Valenciana. Nelle scorse ore, le autorità locali hanno riportato circa 200 vittime, un bilancio che potrebbe aggravarsi, dato che circa 1.900 persone risultano ancora disperse. Il premier Sánchez, riunito presso la Moncloa con il Comitato di crisi, ha dichiarato che la priorità è “fornire assistenza immediata alle aree più colpite e salvare quante più vite possibile”, aggiungendo che il Governo non esiterà a mobilitare ulteriori risorse nazionali e internazionali.
Il disastro è attribuito al fenomeno climatico Dana (Depressione Aislada en Niveles Altos), che ha causato precipitazioni torrenziali concentrate in poco tempo, sommergendo le infrastrutture di drenaggio. Secondo il climatologo Antonello Pasini, “eventi simili si stanno intensificando a causa del riscaldamento globale, che potenzia la violenza di questi fenomeni”. Mentre i soccorritori continuano a cercare superstiti tra i detriti, la popolazione locale lamenta il ritardo nelle allerte e critica l’inefficace gestione della crisi. Le previsioni non sono rassicuranti, e il ritorno della pioggia potrebbe ulteriormente complicare le operazioni di soccorso e ricostruzione.
In un comunicato ufficiale, il governo spagnolo ha espresso il cordoglio per le vittime e ha proclamato tre giorni di lutto nazionale. La Spagna si trova oggi a fare i conti con una delle peggiori catastrofi naturali della sua storia recente, e il premier Sánchez ha già anticipato che il Paese chiederà il supporto della comunità internazionale per affrontare le conseguenze di un evento così devastante. Le autorità locali e nazionali restano in allerta per monitorare ulteriori sviluppi, e il Comitato di crisi continua a coordinare le attività di soccorso.
La cronaca dei fatti
La Comunità Valenciana, tra le più colpite dalle alluvioni di questi giorni, è diventata un teatro di devastazione senza precedenti. Nella sola giornata di martedì, a Valencia e nei comuni limitrofi, sono caduti oltre 445 millimetri di pioggia, un quantitativo che in media viene registrato nell’arco di un anno. Le intense precipitazioni hanno causato l’esondazione di fiumi e canali, allagando strade, campi e case. Le forze di soccorso hanno lavorato incessantemente per salvare persone intrappolate nelle abitazioni e recuperare i corpi delle vittime. Secondo i dati forniti dall’Agenzia meteorologica spagnola, si prevede che il fenomeno Dana potrebbe protrarsi, portando ulteriori piogge nelle prossime ore.
La forza devastante delle inondazioni ha colpito particolarmente le località di Utiel, Requena, Paiporta, Torrent e Algemesi, dove i danni alle abitazioni e alle infrastrutture pubbliche sono stati significativi. Molte strade risultano ancora impraticabili e le autorità hanno sconsigliato ai cittadini di mettersi in viaggio se non per ragioni di estrema necessità. Il sindaco di Chiva, Amparo Fort, ha dichiarato che “la situazione è drammatica e la città è irriconoscibile; case intere sono state distrutte e molti residenti non sanno dove rifugiarsi”.
L’impegno del governo centrale
Pedro Sánchez, premier spagnolo, ha convocato il Comitato di crisi, che si è riunito presso il palazzo della Moncloa a Madrid, per monitorare da vicino la situazione e coordinare gli interventi di soccorso. Sánchez si è recato anche presso la sede dell’Unità Militare di Emergenza (UME), dove ha incontrato i dirigenti impegnati nella gestione della crisi e ha presieduto una riunione di lavoro per ottimizzare la risposta all’emergenza. Il premier ha promesso che “tutte le risorse disponibili saranno messe a disposizione delle aree colpite, e non esiteremo a mobilitare ulteriori risorse, incluse quelle dell’Unione Europea”.
Il ministro dell’Interno, Fernando Grande-Marlaska, ha annunciato che altri 500 militari si uniranno agli oltre 1.700 già presenti sul terreno, portando il numero totale di militari mobilitati a oltre 2.200. La loro missione è quella di supportare le operazioni di soccorso e di rimozione dei detriti, oltre a distribuire beni di prima necessità come acqua e cibo. La ministra della Difesa, Margarita Robles, ha dichiarato che “è possibile che ci siano ancora persone vive intrappolate nelle macerie, e faremo tutto il possibile per salvarle”.
L’emergenza dei dispersi
Una delle questioni più drammatiche riguarda il numero ancora incerto di dispersi. Secondo il sito eldiario.es, durante una riunione tra il ministro dell’Interno e il governatore della regione di Valencia, Carlos Mazón, sarebbe emerso un documento che riporterebbe circa 1.900 persone scomparse. Tuttavia, il Centro Integrato di Coordinamento Operativo (Cecopi) ha categoricamente smentito la notizia, dichiarando che il numero esatto dei dispersi non può essere determinato in questa fase e che ulteriori verifiche sono in corso.
Le ricerche continuano, con squadre cinofile e droni in azione per individuare i sopravvissuti tra le macerie. “La priorità è localizzare e mettere in salvo le persone intrappolate nelle zone inaccessibili”, ha dichiarato il ministro Marlaska, il quale ha aggiunto che “speriamo ancora di trovare persone vive, ma l’entità della distruzione rende difficile la stima esatta dei dispersi”.
Il disastro e le critiche alla gestione dell’allerta
La gestione dell’emergenza ha suscitato aspre polemiche. La sindaca di Chiva ha affermato che “nessun avviso ufficiale è giunto alla popolazione prima dell’inondazione”. Molti residenti lamentano di non aver ricevuto alcun allarme, e alcuni ritengono che le autorità abbiano sottovalutato la gravità della situazione. La governatrice della regione, Carlos Mazón, ha difeso le misure adottate, affermando che “gli avvisi sono stati dati tempestivamente e che le squadre di soccorso si sono mobilitate immediatamente”.
Il ritardo dell’allerta è diventato un tema centrale della polemica politica. Secondo fonti governative, l’allarme è stato attivato alle 7.00 del mattino di martedì, ma il messaggio sui cellulari è arrivato solo verso le 20.00, quando molte persone erano già bloccate nelle proprie abitazioni. Alcuni politici locali, tra cui la deputata Irene Montero di Podemos, hanno chiesto un’indagine sul ritardo dell’allerta e sulla gestione complessiva dell’emergenza.
Le conseguenze sul territorio
L’impatto dell’alluvione non si limita alle vittime e ai dispersi: i danni materiali sono ingenti e le conseguenze si prospettano devastanti per l’economia locale. Il ministro dei Trasporti, Oscar Puente, ha dichiarato che oltre 80 chilometri di rete stradale sono stati distrutti e che saranno necessari almeno due mesi per ripristinare i collegamenti ferroviari. La linea ferroviaria ad alta velocità tra Madrid e Valencia è interrotta, e la A7, una delle principali arterie autostradali della regione, è stata gravemente danneggiata.
Il settore agricolo, uno dei pilastri economici della Comunità Valenciana, ha subito perdite significative, con campi sommersi dall’acqua e raccolti completamente distrutti. Anche le infrastrutture energetiche sono state gravemente colpite: circa 366.000 abitanti sono ancora senza acqua potabile e 50.000 sono privi di elettricità.
Solidarietà e aiuti internazionali
Numerosi Paesi hanno espresso solidarietà alla Spagna e offerto il loro aiuto per fronteggiare l’emergenza. Il governo francese ha proposto l’invio di 250 vigili del fuoco per supportare le operazioni di soccorso. Anche l’Italia e la Germania hanno espresso vicinanza alla Spagna, e la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha annunciato che l’UE attiverà il sistema satellitare Copernicus per assistere i soccorsi e ha offerto il meccanismo di protezione civile europeo per fornire risorse alle comunità colpite.
Le testimonianze dei sopravvissuti
Le storie di chi è riuscito a salvarsi testimoniano l’entità della tragedia. Yasmine, residente a Benetusser, ha raccontato a LaPresse di aver rischiato di annegare nel negozio della sua famiglia, una macelleria halal, sommersa dall’acqua in pochi minuti: “Non ci hanno detto nulla, non sapevamo nulla e all’improvviso il negozio si è riempito d’acqua. Grazie a Dio siamo ancora vivi, ma non c’è rimasto nulla“.
A Chiva, uno dei comuni più colpiti, Juan Vicente Pérez, ha raccontato: “Tutti i miei ricordi sono lì, i miei genitori vivevano lì, e ora, in una sola notte, è tutto sparito”.
L’allarme climatico e la necessità di prevenzione
L’alluvione in Spagna è stata attribuita al fenomeno Dana, un’area di bassa pressione che genera piogge intense e concentrate. Secondo gli esperti, l’intensità degli eventi meteorologici estremi è destinata ad aumentare a causa del cambiamento climatico. Il climatologo spagnolo Gianni Messeri ha affermato che la violenza delle alluvioni in Spagna e in altri Paesi europei potrebbe essere correlata all’aumento delle temperature globali.
Il premier Sánchez ha sottolineato l’importanza di investire nella prevenzione e nell’adattamento climatico per evitare tragedie simili in futuro. “Questa alluvione dimostra l’urgenza di politiche ambientali che rafforzino la resilienza del nostro territorio agli eventi climatici estremi”, ha dichiarato.
Uno sguardo al futuro
Mentre la Spagna affronta questa emergenza, il futuro delle regioni colpite rimane incerto. La Comunità Valenciana, cuore agricolo e turistico del Paese, dovrà ricostruire case, strade e infrastrutture in un contesto di crescente incertezza climatica. I prossimi giorni saranno cruciali per valutare i danni e stabilire un piano di recupero, mentre le autorità si preparano a fornire assistenza economica e psicologica alle vittime.
Questa tragedia rappresenta un severo monito sull’importanza della preparazione e della prevenzione nei confronti degli eventi estremi legati al clima. La Spagna, in questa fase delicata, spera nell’aiuto delle istituzioni europee e internazionali per sostenere la ripresa delle comunità devastate e per garantire un futuro più sicuro ai suoi cittadini.